lug142015
Da poco più di un mese è il nuovo presidente del Gruppo Conto Terzi di Farmindustria: Giorgio Bruno (foto), 61 anni, ha una lunga esperienza nel settore farmaceutico avendo lavorato in imprese italiane e multinazionali. Attualmente è Ceo di Biologici Italia Laboratories e direttore generale di Recipharm Italia S.p.A. Lo abbiamo intervistato per conoscere intenti, aspettative e programmi. Con quali obiettivi primari intende dare avvio al suo mandato? In primo luogo, desidero assicurare continuità ai progetti già avviati, per far emergere il valore del comparto e definire un sistema di governance diverso e più adeguato ai tempi. A partire dal confronto con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), perché è vitale per le aziende avere un sistema di regole affidabile, veloce e credibile, che permetta di avviare una partnership tra le imprese e le istituzioni. È necessario semplificare sempre più le procedure, pur assicurando i più elevati standard qualitativi, e garantire ad Aifa risorse adeguate che le permettano di rilasciare le autorizzazioni in tempi ragionevoli. Inoltre, il Gruppo Conto Terzi deve diventare sempre più rappresentativo di un modello industriale che valorizzi il mantenimento dei siti produttivi in Italia. Vorrei continuare anche il percorso di appuntamenti con la stampa (che abbiamo chiamato "Press tour"), per far conoscere da vicino la presenza industriale delle aziende di contract manufacturing sul territorio, che generano valore aggiunto in termini sociali, economici ed occupazionali. Finora il press tour si è svolto in Veneto, Campania, Lazio ed Emilia Romagna. Proseguiremo poi nelle Regioni con una realtà rilevante del conto terzi. Quali sono i numeri e le prospettive del settore "conto terzi" in Italia? Le imprese "conto terzi" sono un comparto di valore - con 6.200 addetti, 1,2 miliardi di fatturato(il 12% del contract manufacturing europeo) e 760 milioni di export - di un settore di eccellenza, come quello farmaceutico. Dal 2005 al 2014 c'è stata una forte crescita del fatturato (+120%) e soprattutto del numero di addetti (+137%). La domanda internazionale è destinata a crescere nei prossimi anni e l'Italia potrà trarne vantaggio se saprà costruire un contesto ancora più competitivo per le produzioni.Quali sono i vantaggi in termini di competitività per le aziende che affidano parte delle attività produttive ad un partner conto-terzista? In termini di sicurezza e garanzia dei prodotti, esistono problematiche specifiche? Un'impresa viene valutata competitiva nel suo insieme. Questa regola è valida per tutte le industrie: sia quelle a capitale estero sia quelle a capitale italiano, per le quali la competizione si instaura con quelle localizzate in Paesi in grado di reagire più velocemente rispetto all'Italia. Esiste un grande interesse per l'Italia che richiama potenziali investimenti nella produzione e sul quale è in atto una forte competizione fra le aziende, ormai in gran parte player a livello internazionale. Un "Sistema Italia" competitivo è però possibile solo se le imprese che operano nel Paese non sono penalizzate per motivi burocratici e amministrativi. Le normative sempre più stringenti rendono oneroso mantenere stabilimenti in grado di fabbricare prodotti diversificati: da qui l'utilizzo di specifiche Cmo (Contract manufacturing organization) competitive per prezzi/servizio e sistema qualità. La futura sfida delle Cmo sarà di tipo tecnologico, in particolare sulla gestione della produzione cosiddetta "multipurpose" e sul controllo efficace della presenza di più principi attivi sulle stesse linee di produzione, per evitare così la Cross contamination (contaminazione crociata). In altri termini, si sta alzando l'asticella della qualità richiesta a fronte di una stabilità dei costi.C.S.
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