nov182015
Nonostante gli appelli e le campagne il consumo di antibiotici in Europa non cala, e anzi in alcuni paesi continua a salire. Lo affermano i dati presentati a Bruxelles dall'European Center for Diseaeses Control and Prevention (Ecdc) in occasione della giornata europea per l'attenzione agli antibiotici, che si svolge ogni anno il 18 novembre. Secondo il rapporto, basato sui dati della sorveglianza Esac-net dell'Unione Europea, il dato medio Ue di consumo fuori dagli ospedali per il 2014 è 21,6 dosi al giorno ogni mille abitanti, e varia dalle 10,6 dell'Olanda alle 34,6 della Grecia. L'Italia, con 27,8 dosi, è al quinto posto, dietro a Francia, Romania e Belgio. Il dato medio è sostanzialmente stabile, con la Gran Bretagna che ha mostrato un aumento del consumo bilanciato da diminuzioni a Cipro e in Svezia. «Come negli anni precedenti - scrivono gli esperti dell'Ecdc -, le penicilline sono l'antibiotico più utilizzato in tutti i paesi, anche se la proporzione fra i vari gruppi di antibiotici varia molto. Ad esempio le cefalosporine sono lo 0,2% degli antibiotici usati in Danimarca ma il 21% in Slovacchia». Per quanto riguarda il consumo di antibiotici negli ospedali la media europea è sostanzialmente stabile a 2 dosi al giorno ogni mille abitanti. Anche in questo caso i più virtuosi sono gli olandesi, con una dose al giorno, mentre i peggiori sono i finlandesi con 2,6, mentre l'Italia resta sopra la media europea con 2,2. L'Italia è anche ai vertici della classifica sui batteri resistenti agli antibiotici in Europa, con quasi tutte le specie che proliferano, un effetto dell'uso sconsiderato di questi farmaci. Quest'anno il focus degli esperti europei è sugli enterobatteri carbapenemasi resistenti, una famiglia particolarmente pericolosa perché lascia pochissime opzioni per la terapia. «La prevalenza di questi batteri è molto peggiorata negli ultimi due anni - afferma il rapporto -. Tredici paesi hanno riportato una diffusione ampia o una situazione endemica nel 2015, mentre erano sei nel 2013». L'Italia era già nel gruppo peggiore, con il batterio endemico, due anni fa, e conferma il primato, che detiene per quasi tutti gli altri batteri monitorati dall'Ecdc. Nel caso dell'Escherichia Coli, uno dei più diffusi, il nostro paese aveva nel 2011 meno del 25% di, mentre ora è entrato nella fascia più alta, quella tra il 25 e il 50%. Per gli acinetobacter, una delle cause delle infezioni ospedaliere, siamo ormai sopra il 50%, mentre per il 'famoso' staffilococco aureo resistente alla meticillina (mrsa) siamo nella fascia 25-50%, battuti solo dalla Romania. Percentuali molto alte, tra il 25 e il 50%, si trovano anche per Klebsiella pneumoniae, una delle cause principali delle infezioni urinarie.
(Farmacista33)
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